domenica 31 ottobre 2010

Tristezza al maschile

Nel suo libro 'Le perfezioni provvisorie', Gianrico Carofiglio scrive:

"Mi viene da piangere a pensare che il ricordo delle donne che ho amato non mi fa soffrire. Al massimo mi dà una tristezza vaga, fiacca e remota. Una cosa povera, come un'acqua stagnante....Mi viene da piangere perchè mi sembra tutto sbiadito, silenzioso. Anche la sofferenza. La mia cosiddetta vita emotiva è un film muto...Io sono triste e mi viene da piangere perchè non riesco a ritrovare la tristezza. Quella sana, come sangue che ti pulsa nelle tempie, che ti fa sentire vivo. Non questa cosa fiacca e molle e miserabile". 
Queste parole mi piacciono, perchè penso che possano essere condivise da molte persone di entrambi i sessi. Però, ritengo non a caso, ad ammettere la 'piattezza emotiva' qui è un uomo, probabilmente molte donne provano le stesse cose ma sono meno inclini a rivelarlo. Forse perchè, per una donna, ammettere di 'non sentire più niente' è più difficile, in quanto, per cultura e tradizione, la donna si sente in dovere di essere sempre 'emotivamente attiva', mentre al maschio è concesso di 'non sentire'.

                                    

domenica 19 settembre 2010

LA SENSUALITA' DELLA LETTURA

Scrive Dacia Maraini: 
"Leggere è un atto sensuale. Mi viene in mente un racconto di Calvino in cui un lettore appassionato finisce per preferire la lettura di un libro al bacio di una ragazza forse poco amata. Sulle rocce del mare, il ragazzo sta leggendo un romanzo appassionante, steso al sole. Arriva una ragazza, fanno conoscenza e dopo un po' cominciano a baciarsi, ma l'occhio di lui corre da solo, anche contro la sua volontà, al libro aperto di fianco per continuare a seguire una storia affascinante. L'eccitazione sensuale provocata dal libro prevale su quella carnale immediata. Naturalmente non è da proporre come modello ma come esempio della forza seduttiva della lettura". 

sabato 4 settembre 2010

QUANDO LUI PARLA D'AMORE

La rosa

Eri già in me
murata,
il raro dipinto, il muro crollato,
carne fruttuosa
del mio dire che, mai detto, mi dice:
animula per care mani
e copule risorta alla sinfonia nuziale,
è il punto cieco
di un'iride, è il suo buio a lungo imparato,
quando
torna a vedere, l'amore...

Così lo scrittore Alberto Bevilacqua parla d'amore. Commenta la scrittrice Francesca Pansa: "Cosa si può chiedere all'amore? Cosa può chiedergli un poeta? La risposta di Bevilacqua è convinta, appagata, dolorosamente ripetuta".

sabato 21 agosto 2010

venerdì 20 agosto 2010

L'INCUBO DELLA REALTA'

La terribile esperienza della violenza sessuale raccontata da una donna che l'ha vissuta. E' un racconto, ma è reale. Una realtà che l'autrice riesce a comunicare benissimo, con la forza delle parole, quelle che, come lame, esprimono la paura, il dolore, il terrore di un'esperienza che nessuna donna vorrebbe mai vivere. 

..Una sera d'estate come tante altre..1995...Luglio inoltrato...dopo il lavoro, a cena da mamma, e poi ritorno a casa...mai troppo tardi, ma in estate le 23,30 sembra un orario decente anche a me..e poi, mamma ancora non sa che io in quella casa ci sto per lo piu' da sola..comunque, per la pigrizia di non fare 100 passi a piedi, incurante degli avvertimenti del "lupo", parcheggio, come ogni giorno, nei sotterranei..quelli che un domani diverranno dei garage...4 piani sottoterra...io li conosco come le mie tasche, di giorno ci vado spesso per lavare la macchina, o per fare quelle cose che uno fa fuori casa per necessita' di spazio, o per non sporcare...di solito ci incontro solo qualche condomino, qualcuno dei tanti...chi, come me, usufruisce di quegli spazi come garage...poco tempo fa qualcuno mi ha avvisato che avevano rubato dei sedili e le ruote da un'auto..ma la mia, se la toccano, si beccano il tetano tanta e' la ruggine che ha..anzi, come battuta, dico sempre "magari mi ci cambiano le gomme, tanto fanno schifo"...fa tanto caldo...là sotto invece c'e' sempre un bel fresco...arrivo, i primi due piani sono tutti occupati...continuo 
a scendere nella rampa ed arrivo a -3...ah, meno male..qui e' quasi vuoto...parcheggio, scendo dalla macchina, godo per un attimo di quel refrigerio, e solo allora, in fondo, nel buio piu' completo, sento dei rumori..uno sportello che si chiude...delle voci...allora mi viene in mente che in macchina ho sempre quella piccola torcia che il lupo mi ha dato da portarmi dietro.."tu sei fissata!!continui a parcheggiare la' sotto, non si vede un cazzo!! come cazzo fai ad arrivare all'ascensore??"..ma io, ripeto, conosco quei luoghi come le mie tasche...punto la pila, e vedo due sagome, due ragazzi?!? che stanno a fianco allo sportello della Toyota corolla del farmacista...punto la pila, loro si girano, poco illuminati peraltro..e io lì capisco che nessuno dei due e' il proprietario dell'auto...allora mi avvicino un po' verso l'ascensore, allontanandomi da loro e da li urlo" cosa state facendo li?? ora salgo e chiamo il proprietario!!!"...mi volto, e punto la pila per infilare la chiavetta che fa scender giu' l'ascensore...solo adesso sento un pochino di paura...forse e' la suggestione che mi fa sentire dei passi che vengono verso di me...che cretina sono..dai, tu, scendi cazzo!! ma dove minchia era questo ascensore?? in paradiso??..non ricordo se ho finito quel pensiero...forse si, prima di sentirmi afferrare malamente per un braccio...mi cade la torcia...mi fa un male cane quella stretta...gli dico mollami e do uno strattone...mi arriva uno schiaffo di una violenza bestiale, che mi fa sbattere la nuca contro uno stipite...mi incazzo come una jena...l'ascensore arriva, si apre la porta..ed illumina i loro volti...per un attimo li ho visti...sui 25 anni entrambi..uno e' grosso, grosso di palestra...l'altro e' piu' basso di me...mi volto per entrare nell'ascensore, ma riesco a metterci solo un piede..vengo tirata indietro, sempre da quello alto, lo stesso che mi ha dato lo schiaffo prima...li capisco che ho paura..tanta paura...provo a gridare, anche se so bene che nessuno mi sente...ma la voce non viene fuori..continuo a dire frasi quasi senza senso, ma non le dico..le penso solamente..dico loro che ora arriva mio marito, che anche lui parcheggia li..loro iniziano a sbeffeggiarmi, a tenermi bloccata contro il muro..e a guardarmi in modo strano..si guardano a vicenda e poi riguardano me...poi quello grosso mi stacca dal muro e comincia a spingermi verso il buio pesto, dove ho parcheggiato la macchina...io vorrei gridare, dentro di me penso..ma e' un sogno?? uno di quegli incubi che faccio spesso?? adesso mi sveglio...si, e' come nei sogni..provo a gridare e la voce non esce, ma poi mi sveglio...ci ho messo pochi minuti a capire che non sognavo..il dolore delle loro mani che mi stringevano era troppo forte per non essere  reale...mi spingono addosso alla macchina, sbatto con la spalla e nemmeno per il dolore riesco a lamentarmi...quello piu' basso comincia a sbattere qualcosa contro la mia macchina..fa anche tanto rumore.. dev'essere qualcosa di ferro...poi "ho saputo" che era un cacciavite, col manico un po' grosso...quello alto mi tiene premuta contro lo sportello, e io nell'ombra non riesco a vedere granche'...ma ho iniziato a sentire la sua mano che mi tocca il culo...oddio, no, dimmi che non sta succedendo a me...mi solleva il vestito, mi tocca le natiche nude dal perizoma..prova a strapparmelo, ma quello non si rompe...mi sta stracciando la pelle...allora me lo tira giu'..io mi sento come una bambola di pezza..senza voce, premuta contro la carrozzeria...non voglio pensare che sia tutto vero...comincio a chiedermi..e se il lupo e' a casa?? cosa mi faranno questi adesso?? mi vogliono ammazzare?? perche' tutto questo??? ora gli chiedo di lasciarmi andare...in questo palazzo non c'e mai nessuno...oggi la mia vita finisce??...in mezzo a questo turbine di pensieri, sento l'inconfondibile rumore di una lampo...cristo santo...
quello piccolo dice adesso ti insegno io a farti i cazzi tuoi!!! mi appoggia sulla pancia il cacciavite, ma non preme...io ho una paura terribile, mi sembra che da un momento all'altro mi piscio addosso, come mi succedeva da bambina se avevo paura di qualcosa...mi spingono sul cofano della macchina con violenza, quello grosso mi tiene abbassata...e sento un altra lampo che si abbassa...non so chi sia stato il primo..penso quello grosso, si..da quel momento per me le voci si confondono, non so piu' chi mi parla dei due...e' stato un attimo lungo una vita...sento delle dita che si infilano dentro me, un commento sul mio sapore...subito dopo mi si infila dentro il primo..spinge e mi fa un male cane...continua a dirmi sottovoce: ti piace eh?? lo sento che ti piace...mi spinge contro il cofano, un colpo dietro l'altro...mi strizza le natiche...mi da degli schiaffi sul culo...io ho un senso di intorpidimento, perche' le gambe sono rigide e premute contro la carrozzeria...sento anche l'altro che inizia ad ansimare..e dice all'altro di sbrigarsi, che anche lui ce l'ha duro...che mi avrebbero dato una bella lezione...quello basso non è sardo...io non sento piu' niente...poi il grosso esce da dentro di me, e dice all'altro..ora glielo ficco in bocca..questa e' una gran troia, le piace, lo sento...mi volta e mi fa cadere con le ginocchia per terra...io serro i denti per non aprire la bocca...sento questo coso umido che preme contro le labbra...mi arrivano due schiaffi..andata e ritorno...mi stringe le mandibole e mi fa spalancare la bocca...me lo infila dentro...io due secondi dopo gli vomito la cena sulle scarpe...diventa una belva, mi rialza da terra e mi rivolta contro il cofano...io continuo a vomitare sul cofano...sento dammi qui...si infila ancora dentro...io mi volto da un lato e appoggio la testa sul vomito...riapro gli occhi e comincio a distinguere l'ombra del piccolo..che si tocca..e mi guarda, credo...poi il grosso prova ad infilarsi nel culo...non riesce..mi da una ginocchiata fra le gambe...e mi infila nel culo il manico del cacciavite...credo di morire per il dolore...mi lascia il ferro dentro e si rinfila davanti...dopo poco tempo, forse, sento che viene...lo schifo di sentire questa ondata calda dentro di me...voglio solo che mi tolga quel ferro da dietro...esce da dentro me...il piccolo si avvicina, chiede commenti all'altro che ancora ansima...poi mi fa piegare le gambe..abbassati cazzo che non ci arrivo...comincia ad infilarmi quasi tutta la mano dentro...poi alterna davanti e dietro...io sentivo lo sperma di quell'altro che mi colava giu' per le cosce, sentivo qualcosa di caldo che mi bagnava dietro, penso sangue...il piccolo mi si infila dietro piano...non mi esce un lamento..ormai penso che li ci muoio...comincia ad andare avanti e indietro...ogni tanto si ferma, esce e mi bacia il culo...mi dice schifezze...sei una troia...te lo ficco in bocca adesso...ma non lo fa...si infila con mani ed altro davanti e dietro...mi tocca dappertutto...
sento che il suo respiro è cortissimo...e infatti poco dopo mi viene dietro...mentre con le mani mi scava davanti...il sangue mi si e' gelato del tutto quando sento il grosso dire ..io un'altra me la faccio..son pronto...e ricomincia daccapo...io sono sfinita...non mi rendo piu' conto di quanto tempo e' che son li...ancora credo di sognare...vedi come e' contenta?? e' bagnata come una vacca...ma dietro come ci sei entrato?? ma questa merita...non mi sono accorta di quando e' venuto...e' uscito e mi da un'altra ginocchiata fra le gambe...si allontana..sento un rumore di sportello che si apre, e lui che dice dai andiamo...il piccolo si avvicina ancora a me..sento la lingua che dietro mi lecca dappertutto...e si allontana anche lui...io rimango li..non so per quanto...ho solo un freddo che ancora me lo ricordo..in tasca ho le chiavi della macchina...apro il cofano, prendo dello scottex che uso per asciugare i vetri...e comincio ad asciugarmi le gambe...sento odore di sperma e di sangue...con la lucetta della macchina vedo rosso quando mi asciugo sotto...cosa faccio?? smettera'??...mi fa male tutto...vado su?? e se c'e' lui?? che gli dico?? vado vicino al rubinetto, bagno un po' di carta...mi lavo le gambe alla bella meglio..ho le infradito sporche di vomito...non riesco a pensare...sento un dolore dietro che neanche la prima volta...mi lavo il viso...mi sembra di sentire ancora troppo odore addosso..devo toglierlo..se a casa c'e' lui...che mi hanno fatto?? continuo a ripulirmi..poi prendo le salviette profumate e me le passo un po' dappertutto..dietro devo essere aperta perche' mi brucia quando le passo...mi guardo nello specchio della macchina..ho il viso arrossato dagli schiaffi...dio se quello mi vede cosi'...speriamo non ci sia..mi darebbe della puttana..me lo da gia' senza motivo...mi sento uno straccio sporco...poi decido di andar su...arrivo al pianerottolo del terzo piano, salgo piano le scale fino al quarto e guardo attraverso il buco della serratura...la chiave interna non c'e'..allora forse lui non c'e'...entro..sono sola...chiudo a chiave la porta..mi levo tutto di dosso...mi infilo dentro la vasca e faccio scendere l'acqua quasi bollente...come inizia a scendere l'acqua, inizio a piangere in silenzio...sto li non so quanto..sono le  3,30 quando vedo l'orologio...ho gia' deciso che non diro' niente a nessuno...sarebbe inutile..un supplizio enorme raccontare tutto..ricordarlo ancora...poi comincio a pensare alle cose piu' disparate...e se mi hanno contagiato qualcosa??...dio mio...l'aids...come faccio a saperlo...cerco di non pensare a come sono andate le cose...questo e' stato l'incubo piu' grande..a causa di questo son diventata donatrice...ed ogni 6 mesi avevo la conferma di non aver niente..ma e' durato degli anni...e' la prima volta che scrivo tutto questo...l'ho rivissuto putroppo per me milioni di volte..quando credevo che il ricordo mi stesse abbandonando, lui ritornava piu' forte e prepotente di prima...puo' darsi sia stato questo episodio a scatenarmi la malattia, ma io ho deciso che non lo sapra' nessuno oltre me..e oltre te...non e' necessario...io lo dico a te e ti ho spiegato perche'...il mio malessere mentale non e' una cosa gratuita, che io mi son voluta cercare...tutto cio' che ho sopportato da mio marito, tutto questo che ti ho raccontato qui...mi hanno uccisa dentro...hanno fatto il buio intorno a me...da allora ho preso abitudini strane...cerco di incazzarmi per le stronzate, fingendo di non avere problemi piu' grossi a cui pensare...per questo sembra che  attacco, e invece e' solo la rabbia che ho dentro, e non passa   se non quando arriva la tristezza...dopo questo episodio, il senso di vuoto dentro e' diventato enorme...

martedì 17 agosto 2010

LE PAROLE PER DIRLO

Con il celebre libro 'Le parole per dirlo', la scrittrice francese Marie Cardinal spezza il silenzio sulla sofferenza psicologica femminile. Siamo a ridosso del 1968, dopo si apriranno nuove porte, ma fino ad allora i drammi interiori delle donne, quelli veri, non erano stati svelati. Ecco come Marie descrive il primo incontro con lo psicoanalista che l'aiuterà, come lei stessa dice, "a nascere".
"Dottore, sono malata da molto tempo. Sono scappata da una clinica per venire da lei. Non ce la faccio più a vivere". I suoi occhi mi fanno capire che mi sta ascoltando, che devo andare avanti. Prostrata com'ero, rinchiusa com'ero nel mio universo, come facevo a trovare le parole che sarebbero passate tra me e lui?...Avevo molte storie da raccontare, molti aneddoti. Ma delle storia che abitava dentro di me, la Cosa, questa colonna del mio essere, ermeticamente chiusa, piena di buio in movimento, come facevo a parlarne? Era una colonna densa, spessa, percorsa talvolta da spasmi, da affanni e da movimenti lenti come quelli dell'acqua nei sottofondi marini. I miei occhi non erano più finestre. Benchè fossero aperti sapevo che li avevo chiusi, che erano solo due fette di globi oculari. MI vergognavo di quello che succedeva dentro di me, di tutto quel fracasso, quel disordine, quella agitazione. Nessuno doveva guardare là dentro, nessuno doveva sapere, neanche il dottore. Mi vergognavo della mia pazzia". 
Ecco, la vergogna. Vergognarsi di stare male, tanto da non trovare neppure le parole per dirlo. 

INTENTI

Salve a tutti! Questo blog intende indagare tra le parole: quelle usate, dalle donne e dagli uomini, per esprimere sentimenti, situazioni, conflitti, problemi, dolore e gioia. Qui saranno pubblicati brani di narrativa, poesia e altro, anche per favorire il confronto tra la scrittura, la modalità più intensa dell'esprimersi, femminile e maschile. Con l'intento di dialogarne insieme.